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Giancarlo Bravin.

Quando si parla di movimento pop negli Stati Uniti, come artista di spicco del movimento, si mette subito in risalto il padre della pop art, l’artista Andy Warhol. Ma quando si parla di movimento pop in Italia di certo non si può citare l’artista Giancarlo Bravin. L’artista Bravin non è soltanto un artista che esprime nei migliori dei modi, il concetto pop, ma è l’artista che ha dato un idea ben precisa e personale del concetto pop, sperimentandoci sopra le proprie idee in modo che nascesse una nuova corrente pop che portasse la propria impronta, ha rivoluzionato il concetto di pop nell’arte Italiana. Ha reinventato l’idea dell’artista come Arte, sfida l’intera nozione della sacra definizione dell’Arte. Confonde i confini fra arte e vita a tal punto di renderli praticamente indistinguibili. Offre una filosofia al moderno sistema di valori e dell’immagini.  Le opere di Giancarlo Bravin sono caratterizzate da una figurazione schematica con accentuati riferimenti pop, che pongono il pittore in una nuova dimensione, tutta da scoprire, per nulla imitabile, per nulla immutabile, unica, solo come i grandi artisti sanno fare e affermare attraverso le loro potenzialità. L’artista Bravin, partecipa, in chiave personale, ad una certa rilettura di genere, in pieno fermento in Italia, ritraendo soprattutto immagini di volti noti e meno noti, tra predefiniti sincronismi strutturali e luminose stesure cromatiche entro i ritmi curvilinei; elementi questi che si rifanno all’impatto visuale dei cartoons e, da qui, alle più recenti espressioni che l’arte figurativa ha assunto nel panorama nazionale. I toni sono appropriati, l’interpretazione elegante e la visione complessiva dell’immagine spontanea e armoniosa. Ma l’elemento di spicco che fa grande la sua arte e la rende unica nel suo genere e che dimostra la grande potenza espressiva dell’artista è il riprendere dell’immagine di profilo. I suoi ritratti sono tutti in profilo come se volesse incanalare in ogni suo ritratto messaggi mistici, onirici, trascendentali. Il suo mondo potrebbe fornire al ricercatore scoperte anche esaltanti di dinamismo, di energia della pennellata, di definizione per linee di forza di volumi di incastri compositivi e di un gusto cromatico nelle variazioni su un colore unico di sconcertante attualità.. Tutto è vivace, frugale, un andirivieni di colori e d'ombre, niente è fermo e tutto è definitivo, niente è chiuso e tutto è durevole, procede nello spazio e nel tempo. L'apparente lievità, l'ostentata foga, la diabolica improvvisazione di questa pittura nascondono la sicurezza del tocco e la precisione dell'immagine.


                                                                                                                                            Salvatore Marra  
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Alberta Ruffolo.

La luce scivola sopra il supporto e cambia il riflesso, il tono, il colore. Basta spostarsi, muoversi un poco e tutto muta: la pennellata che modulava la superficie si appiattisce, scompare, per ricomparire diversa, in altra forma, con altro ritmo; l’ombra che sagomava una macchia ha lasciato il posto a un riverbero inatteso; l’aspetto rugoso che riempiva la superficie si è fatto liscio e uniforme. È un arte da osservare in silenzio quella di Alberta Ruffolo, richiede lo stesso grado di concentrazione con la quale è concepita dalla stessa artista. La solitudine, gli spazi vasti, infiniti, i deserti, le grandi pianure, il mare,  ispirano le sue opere da sempre, trasponendo paesaggi fisici e mentali su tele.  Cielo mare sensi e sentimenti, si prospettavano comunque nei principi elementari delle sue esperienze di donna che, tradita o delusa dai fatti e dal quotidiano, si inventa spazi naturali per esprimersi in consonanza di energie. Artista dalla coscienza statica si adagia sulle posizioni raggiunte, si cristallizza e soffoca gli stimoli al suo perfezionamento; ma lo spirito della Ruffolo dinamicamente irrequieto, ha aspirato sempre ad intraprendere vie nuove.
La semplicità e la pregnante umanità che traspaiono dalle sue opere, a mio avviso, difficilmente si riscontrano nelle opere di altri autori moderni. Lo stile personalissimo è reso gradevole dai contenuti emergenti fra ironia, generosità, amore ed osservazione acuta del mondo circostante in tutte le sue caleidoscopiche sfumature . La sua è pittura dell’anima che tende, attraverso l’immaginazione, la passione, l’amore, a dare all’esistenza la dimensione della totalità dell’essere, a ritrovare l’intima corrispondenza di cieli e prati di primavera col desiderio e il sogno di quiete e di armonia così insistente e contrastato nei giorni nostri. Guardando le opere di Alberta Ruffolo, si resta impressionati per la spinta emotiva che esse trasmettono: il fruitore viene coinvolto in una pluralità di messaggi che la sua arte esprime. L’espressività cromatica ha toni veramente sublimi. La Ruffolo comunica mediante il colore, il vero protagonista, in modo personale e con una tecnica ispirata a riflettere la ricchezza della luce del mondo interiore. Il suo linguaggio pittorico è essenziale ma denso di contenuti che trasmettono emozioni e stati d’animo come un testo di vera poesia.

                                                                                                              Salvatore Marra Critico D’Arte





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