Alberta Ruffolo.

La luce scivola sopra il supporto e cambia il riflesso, il tono, il colore. Basta spostarsi, muoversi un poco e tutto muta: la pennellata che modulava la superficie si appiattisce, scompare, per ricomparire diversa, in altra forma, con altro ritmo; l’ombra che sagomava una macchia ha lasciato il posto a un riverbero inatteso; l’aspetto rugoso che riempiva la superficie si è fatto liscio e uniforme. È un arte da osservare in silenzio quella di Alberta Ruffolo, richiede lo stesso grado di concentrazione con la quale è concepita dalla stessa artista. La solitudine, gli spazi vasti, infiniti, i deserti, le grandi pianure, il mare,  ispirano le sue opere da sempre, trasponendo paesaggi fisici e mentali su tele.  Cielo mare sensi e sentimenti, si prospettavano comunque nei principi elementari delle sue esperienze di donna che, tradita o delusa dai fatti e dal quotidiano, si inventa spazi naturali per esprimersi in consonanza di energie. Artista dalla coscienza statica si adagia sulle posizioni raggiunte, si cristallizza e soffoca gli stimoli al suo perfezionamento; ma lo spirito della Ruffolo dinamicamente irrequieto, ha aspirato sempre ad intraprendere vie nuove.
La semplicità e la pregnante umanità che traspaiono dalle sue opere, a mio avviso, difficilmente si riscontrano nelle opere di altri autori moderni. Lo stile personalissimo è reso gradevole dai contenuti emergenti fra ironia, generosità, amore ed osservazione acuta del mondo circostante in tutte le sue caleidoscopiche sfumature . La sua è pittura dell’anima che tende, attraverso l’immaginazione, la passione, l’amore, a dare all’esistenza la dimensione della totalità dell’essere, a ritrovare l’intima corrispondenza di cieli e prati di primavera col desiderio e il sogno di quiete e di armonia così insistente e contrastato nei giorni nostri. Guardando le opere di Alberta Ruffolo, si resta impressionati per la spinta emotiva che esse trasmettono: il fruitore viene coinvolto in una pluralità di messaggi che la sua arte esprime. L’espressività cromatica ha toni veramente sublimi. La Ruffolo comunica mediante il colore, il vero protagonista, in modo personale e con una tecnica ispirata a riflettere la ricchezza della luce del mondo interiore. Il suo linguaggio pittorico è essenziale ma denso di contenuti che trasmettono emozioni e stati d’animo come un testo di vera poesia.

                                                                                                              Salvatore Marra Critico D’Arte





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